lunedì 21 settembre 2009

Per contrastare il dilagante fenomeno dei furti di identità, i gestori di Twitter, il popolare sito di microblogging americano, stanno sviluppando una versione più moderna della piattaforma che sarà dotata di funzionalità in grado di verificare l'identità dell'utente tutelandone l'uso del nome. Sempre più spesso, infatti, dietro al profilo di un VIP su Twitter si cela un impostore che intende usare il social network per danneggiare il personaggio.

Troppi problemi coi falsi account dei vip, Twitter deve correre ai ripari
Francesco Tortora, Corriere della Sera, 20 settembre 2009


domenica 20 settembre 2009

Pubblicano su MySpace le foto delle loro bravate sul luogo di lavoro e ci rimettono l'impiego. È successo a tre ventenni assunte dalla nota catena Kentucky Fried Chicken che, dopo l'orario lavorativo, utilizzavano il lavello della cucina del ristorante come vasca da bagno. Intercettate le foto su MySpace l'azienda non ha tardato a sospenderle dal lavoro.

A mollo nel lavello del fast food: sospese tre giovani cameriere
Elmar Burchia, Corriere della Sera, 12 dicembre 2008


La superficialità di due dipendenti mette a rischio la reputazione di un'importante catena di ristorazione americana. Un video pubblicato su youtube con le imprese "goliardiche" di due addetti alla cucina di una pizzeria Domino's di Conover (North Carolina), in poche ore fa il giro del mondo raccogliendo oltre 1 milione di contatti.
L'azienda corre ai ripari facendo rimuovere il file incriminato ma, nel frattempo, la notizia si è già diffusa in modo virale. A testimoniarlo è il New York Times che riportava come una ricerca su Google per il termine “Dominos” restituisse un link alla vicenda in 5 dei primi 12 risultati.

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Domino’s Pizza in crisi per colpa di un video 
Raffaele Mastrolonardo, Corriere della Sera, 16 aprile 2009

sabato 19 settembre 2009

Alcune foto "bizzarre" scattate sul posto di lavoro e pubblicate su Facebook valgono una sospensione dall'attività lavorativa per alcuni medici.
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Medici sospesi per un gioco su Facebook
Carlo Frediani, Corriere della Sera, 10 settembre 2009
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La notizia, pubblicata dal Corriere della Sera, riporta di una 36enne milanese licenziata per aver creato su Facebook un gruppo aperto a tutti i dipendenti "scontenti" di lavorare nella sua stessa azienda. Dopo qualche tempo infatti, quando la direzione ha scoperto il tutto, è scattato il licenziamento.

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«Io licenziata per colpa di Facebook»
Simona Ravizza, Corriere della Sera, 21 maggio 2009

sabato 12 settembre 2009

Internet, i social network e la reputazione on line incidono sempre di più sulla carriera professionale. Secondo l’ultima ricerca pubblicata da careerbuilding.com, agenzia americana di offerte di lavoro online, il 45% dei manager utilizza il web per informarsi sul profilo dei candidati ad un’assunzione. Dodici mesi fa soltanto il 22% dei datori di lavoro cercava le medesime informazioni in rete.
Punti di riferimento per valutare i futuri dipendenti/collaboratori siti come Facebook, citato dal 26% degli intervistati, Linkedin (26%), MySpace (21%) e Twitter (7%). Tra i principali fattori di valutazione, la presenza in rete di foto in circostanze o pose poco convenienti, di notizie che confermano l’uso di droghe o l’abuso di alcolici, di commenti negativi su colleghi, clienti o ex datori di lavoro, di atteggiamenti discriminatori o infantili.
 
1 manager su 2 usa la rete per selezionare il personale
Fabio Cutri, Corriere della Sera, 12 settembre 2009

mercoledì 2 settembre 2009

Secondo uno studio condotto dalla compagnia di assicurazione Legal & General, che ha commissionato un sondaggio su 2.092 utenti di social network, le informazioni che gli utenti sono "incautamente" disposti a condividere sul web rappresentano informazioni preziose per i ladri professionisti nella pianificazione dei propri piani. A dirlo è l'ex-ladro Michael Fraser che ha aiutato Legal & General a preparare lo studio.
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I ladri usano Facebook e Twitter per trovare le loro vittime
Reuters Italia, venerdì 28 agosto 2009
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martedì 1 settembre 2009

L'uso incauto di Facebook gli costa il matrimonio. Un navigatore un po' ingenuo cade nella trappola tesagli da due tifosi della squadra avversaria e la moglie gli chiede il divorzio. 



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Come Facebook può rovinare la vita
Marina Rossi, Corriere della Sera, 18 febbraio 2009
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